L’Italia partecipò alla conferenza di pace di Versailles (gennaio 1919- gennaio 1920) con il ministro degli Esteri, Sydney Sonnino e il presidente del Consiglio, Vittorio Emanuele Orlando.
Trento e l’Alto-Adige, Trieste e Gorizia, l’Istria e la Dalmazia: questo era ciò che era stato promesso all’Italia con il Patto di Londra. Ma i governi di Londra, Parigi e New York ora erano contrari a consegnare la Dalmazia all'Italia.
Sonnino non intendeva cedere sulla questione Dalmazia; Orlando, disposto a rinunciare a questo territorio, richiedeva l'annessione di Fiume, visto che era abitata da una maggioranza di cittadini italiani (richiamandosi così all’impostazione data dai Quattordici punti di Wilson). Questa divisione tra i nostri rappresentanti politici portò l’Italia ad una situazione di stallo e creò le premesse per la spedizione di Fiume.
Infatti il 12 settembre 1919, una forza volontaria irregolare di nazionalisti ed ex-combattenti italiani composta da circa 2500 legionari, guidata dal famoso poeta Gabriele d'Annunzio, partita da Ronchi di Monfalcone (ora Ronchi dei Legionari in ricordo dell'impresa di Fiume), occupò la città e fondò uno Stato definito "Reggenza Italiana del Carnaro".
Il governo italiano disapprovò l'operato di D'Annunzio, ma di fatto non fece intervenire l’esercito.
Il 26 ottobre 1919 a Fiume fu indetto un referendum, cui parteciparono 7155 cittadini fiumani; ben 6999 si dichiararono favorevoli all’annessione all’Italia.
Le potenze europee intanto ammonirono l’Italia affinché ponesse fine a quell’avventura.
Il Presidente del Consiglio però prese tempo, c’erano le elezioni politiche e non voleva perdere consensi tra l’elettorato.
D’Annunzio ne approfittò e si inventò un’altra spedizione, questa volta verso la città di Zara, che venne conquistata il 19 novembre 1919.
Svolte le elezioni vi fu un cambio di Governo e il nuovo Presidente del Consiglio, Giolitti, denunciò subito le proprie intenzioni: D’Annunzio doveva sgombrare Fiume.
Siamo ormai al 12 di novembre del 1920. Con il Trattato di Rapallo Giolitti e i rappresentanti degli Stati vincitori assumono le seguenti decisioni: Dalmazia allo Stato della Jugoslavia, Zara (occupata da D’Annunzio) all’Italia e Fiume città libera ed indipendente (il 27 gennaio 1924 un accordo tra Italia e Jugoslavia sancì l'annessione di Fiume al Regno d'Italia).
*La denominazione "Jugoslavia" venne adottata il 3 ottobre 1929.
Dal 1º dicembre 1918 alla data sopra indicata, questo Stato ebbe nome "Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni".
A dicembre il generale Caviglia venne inviato a Fiume per liberare la città. D’Annunzio dichiarò che sarebbe stato un Natale di sangue ma, ai primi colpi di cannone che piovvero sul palazzo della sede del Governo fiumano, si arrese e alla testa dei suoi Legionari, tutti vestiti di camicia nera, abbandonò la città.